CINQUANTA – epopea di un faticoso entusiasmo
Uno spettacolo di Teatro dell’Elce
spettacolo non verbale
drammaturgia e regia Marco Di Costanzo
con Daniele Caini, Erik Haglund, Tatiana Muntoni, Lucia Sargenti
suono Andrea Pistolesi
arrangiamenti vocali Lucia Sargenti
aiuto regia Stefano Parigi
scene Elena Martongelli
selezione Premio Scenario 2007, Finalista Premio CassinoOff 2015
una produzione Teatro dell’Elce
in collaborazione con Teatro Commission Marche, Teatro Solare di Fiesole
con il sostegno di Regione Toscana
“La nuova Italia appare come una nazione con una forte impronta giovanile e un crescente entusiasmo per la vita”.
Vincent Barnett, economista americano, 1956
Tra la metà degli anni Cinquanta e i primi Sessanta, dal cosiddetto boom economico agli anni che precedettero la rivolta studentesca, una generazione di giovani lavoratrici e lavoratori conduceva un’esistenza caratterizzata allo stesso tempo dalle difficoltà economiche e dalla tendenza al miglioramento delle condizioni di vita. Erano gli anni in cui si avviava il genocidio antropologico del popolo, come lo definí Pasolini, ma allo stesso tempo la cultura popolare si arricchiva della coscienza dei propri diritti e di un’etica laica. La fatica necessaria a guadagnarsi da vivere era accompagnata dall’entusiasmo di un’epoca ricca di speranze.
Cinquanta! è l’epopea di un vivere quotidiano allo stesso tempo difficile e luminoso, l’avventura di quattro personaggi frutto di un lavoro di improvvisazione e scrittura scenica basato su fonti storiche, letterarie e cinematografiche, sulla consultazione degli archivi RAI e su interviste a donne e uomini nati tra il ’30 e il ’40. Le donne a lavoro in una fabbrica tessile, il rapporto sentimentale con la politica, le sigarette fumate di nascosto, il gioco del corteggiamento, le feste da ballo, gli scioperi, le scampagnate, gli scherzi, le tasche vuote, l’amore difficile.
Cinquanta! non è una ricostruzione di carattere storico, ma l’incarnazione scenica del “faticoso entusiasmo”, spirito dei giovani della metà del secolo scorso e riflesso rovesciato del sentimento di disincanto che caratterizza la nostra contemporaneità.